La cesteria è l'arte antica di confezionare ceste ed altri accessori intrecciando rami e fibre di varie piante.
Fra queste occupa un posto di prestigio il comune salice, pianta dalle mille risorse e molto facile da riprodurre. Il salice è sempre stato utilizzato per la creazione di cesti, per la legatura delle viti, per la realizzazione di panieri, ecc.
Altre piante che si utilizzano sono ulivo, vitalba, canne palustri, sanguinello olmo.
La cesteria non costituisce solo la creazione di cesti ma anche di altri oggetti di intreccio, ed è tra le opere di artigianato una delle più antiche del mondo. Possiamo pensare infatti che l'uomo, da sempre, abbia avuto necessità di contenitori per introdurvi i frutti naturali che raccoglieva. Da ciò la necessita di intrecciare foglie, arbusti di qualsiasi genere per costruire dei contenitori. L'arte dell'intreccio si è tramandata verbalmente da uomo a uomo. I cesti più antichi risultano quelli trovati nel sito archeologico delle Navi di Pisa a San Rossore, in quel luogo infatti si sono venute a creare le condizioni per la conservazione di manufatti così delicati che generalmente non resistono all'usura del tempo.
I cesti possono essere di ogni forma e dimensione in rapporto all'uso, vengono realizzati con tecniche e materiali diversi se usati come contenitore, come gabbia o imballaggio.
Oltre ai cesti ogni contadino sapeva costruire tutto ci che gli serviva per la propria attività in campagna e nella vita di tutti i giorni, così nei musei della civiltà contadina, sparsi un po' in tutt'Italia, possiamo trovare intrecci di tutti i tipi ed in qualche caso davvero curiosi come graticci, ceste per le chiocce, portafiaschi, girelli e culle per neonati ed altri cesti dalle forme più strane, ma che avevano tutti una loro funzione specifica.
Nella cesteria si possono creare contenitori robusti e leggeri, dando spazio alla propria creatività, come in un quadro, l’arte dell’intreccio assorbe gradevolmente la mente e, rametto dopo rametto, si vengono a formare tessuti, capaci di contenere, di sopportare pesi, ma soprattutto capaci di raccontare la storia di un legame profondo tra l’uomo e la natura. Un mestiere che è andato scomparendo e che in alcune fattorie si cerca di far conoscere e rifiorire recuperando tecniche e antiche tradizioni che un tempo si tramandavano di padre in figlio, grazie a dei corsi strutturati dove maestri dell'intreccio sono a disposizione per insegnare e appassionare le persone che interveranno, con pochi trucchi e della tecnica di base ognuno potrà imparare e portarsi a casa il cesto creato da se.
Altre piante che si utilizzano sono ulivo, vitalba, canne palustri, sanguinello olmo.
La cesteria non costituisce solo la creazione di cesti ma anche di altri oggetti di intreccio, ed è tra le opere di artigianato una delle più antiche del mondo. Possiamo pensare infatti che l'uomo, da sempre, abbia avuto necessità di contenitori per introdurvi i frutti naturali che raccoglieva. Da ciò la necessita di intrecciare foglie, arbusti di qualsiasi genere per costruire dei contenitori. L'arte dell'intreccio si è tramandata verbalmente da uomo a uomo. I cesti più antichi risultano quelli trovati nel sito archeologico delle Navi di Pisa a San Rossore, in quel luogo infatti si sono venute a creare le condizioni per la conservazione di manufatti così delicati che generalmente non resistono all'usura del tempo.
I cesti possono essere di ogni forma e dimensione in rapporto all'uso, vengono realizzati con tecniche e materiali diversi se usati come contenitore, come gabbia o imballaggio.
Oltre ai cesti ogni contadino sapeva costruire tutto ci che gli serviva per la propria attività in campagna e nella vita di tutti i giorni, così nei musei della civiltà contadina, sparsi un po' in tutt'Italia, possiamo trovare intrecci di tutti i tipi ed in qualche caso davvero curiosi come graticci, ceste per le chiocce, portafiaschi, girelli e culle per neonati ed altri cesti dalle forme più strane, ma che avevano tutti una loro funzione specifica.
Nella cesteria si possono creare contenitori robusti e leggeri, dando spazio alla propria creatività, come in un quadro, l’arte dell’intreccio assorbe gradevolmente la mente e, rametto dopo rametto, si vengono a formare tessuti, capaci di contenere, di sopportare pesi, ma soprattutto capaci di raccontare la storia di un legame profondo tra l’uomo e la natura. Un mestiere che è andato scomparendo e che in alcune fattorie si cerca di far conoscere e rifiorire recuperando tecniche e antiche tradizioni che un tempo si tramandavano di padre in figlio, grazie a dei corsi strutturati dove maestri dell'intreccio sono a disposizione per insegnare e appassionare le persone che interveranno, con pochi trucchi e della tecnica di base ognuno potrà imparare e portarsi a casa il cesto creato da se.
Il 20 di Maggio dalle ore 9.30 alle 18.00 si terrà un corso di cesteria.
Il corso si svolgerà presso la Fattoria dell'Autosufficienza a Paganico, Bagno di Romagna (FC).
Per partecipare ai corsi è richiesta l'iscrizione all'associazione Scuola di Ecologia Applicata.
un corso di cesteria... non l'avrei mai pensato...
RispondiEliminamonica c.
Che belli sono i cesti realizzati a mano!!!
RispondiEliminaSi belli da piccolina intrecciavo...l'erba rami rametti...
RispondiEliminaDeve essere una soddisfazione realizzare qualcosa con le proprie manine!!!
RispondiEliminaA me piace un sacco realizzare cose di ogni tipo sin da quando ero piccolina, sarà che mia madre ci faceva fare tante cose manuali ed ho mantenuto l'interesse
RispondiElimina